Il Trovator Cortázar
Un ciclo sul maestro del racconto
con Stefano Di Ubaldo
Tre incontri dedicati al grande scrittore argentino Julio Cortázar, padre della metafisica letteraria e dell’iperromanzo
PROGRAMMA
Mercoledì 11 settembre – ore 18:30
Storie di cronopios e di famas
Come sfuggire alla Grande Abitudine?
Cronopios, famas, speranze! Chi sono costoro? Incontrare Cortázar e i suoi personaggi è una sfida a entrare in uno spazio inventato, astratto, che cerca di “aprirsi uno spazio nella massa appiccicosa che si proclama mondo”. Ciò che chiama e fa da guida al suo interno è il desiderio di sfuggire a un preconcetto ordine delle cose, esularsi dalla rincorsa alle conquiste del tempo, evadere dalle sollecitudini della Grande Abitudine. Chi sia costei… dovrebbe esserci più familiare; e potrebbe aiutarci a rispondere a quella prima e più spiazzante domanda.
Mercoledì 18 settembre – ore 18:30
Il giro del giorno
In cerca di un posto al centro del gioco del mondo
Ben lungi dal risolvere problemi e questioni in sospeso, le astrazioni, le storie e le fughe dall’Abitudine radicate nei testi di Cortázar creano uno spazio-tempo sospeso, in cui sorge e urge un bisogno fondante dell’essere umano: trovare il proprio posto in se stessi e nel mondo. Con “Rayuela. Il gioco del mondo”, romanzo capolavoro e oggetto di culto, Cortázar invita ogni lettore a partecipare al viaggio al centro di se stesso di un uomo. SPOILER: il punto di arrivo è un loop infinito.
Mercoledì 25 settembre – ore 18:30
Ultimo round
La vita giocata con realismo (chiedendo l’impossibile)
Giunti al cuore di se stessi, anche qualora ciò significhi continuare incessantemente a trovarsi e smarrirsi al suo interno, Cortázar esprime chiaro e forte che non tutto è perduto. Perfino dove compare il pericolo del metafisico svanire dal mondo, c’è sempre una chiave per rientrarvi con rinnovate energie, a partire da quegli incontri che si fanno mentre non ci si stava cercando, nell’improvviso istante della strada; quella strada che per Cortázar è “la viva foresta ove ogni istante può piovermi addosso come una magnolia, ove i volti nasceranno man mano che li guarderò, quando andrò avanti ancora un poco, quando con i gomiti e le palpebre e le unghie andrò a fracassarmi minuziosamente contro la pasta del mattone di cristallo, e mi giocherò la vita avanzando un passo dopo l’altro per andare a comperare il giornale all’angolo”; quella strada, reale e astratta insieme, dove ogni scoperta sembra fiorire nella meraviglia di comporre, costruire insieme lo spazio e il tempo che abitiamo con l’Altro.