26 nov 21:00 | Uomini e pietre – Faţă durerii (esposizione/esibizione)
In occasione della replica di Uomini e pietre di Mircea Eliade (1944), un viaggio a partire dalle immagini e dagli articoli di giornali e riviste pubblicati durante il secondo conflitto mondiale, sino al Volto del dolore (Faţă durerii), progetto dello scultore Laurentiu Adrian Craioveanu.
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Uomini e pietre è un’opera di Mircea Eliade rimasta a lungo inedita, scritta nella primavera del ’44 durante il turbolento soggiorno dell’intellettuale romeno nel Portogallo di Salazar.
Non basta dire che in Uomini e pietre (1944) Mircea Eliade racchiude i due protagonisti del suo dramma – Petruş (metodico speleologo in cerca di gloria) e Alexandru (giovane poeta frustrato da inespressa vocazione artistica) – all’interno di una grotta affinché essa li imprigioni e metta alla prova ostracizzandoli dal mondo, come in analoghi esperimenti scenici e cinematografici a cavallo fra surrealismo e teatro dell’assurdo. La grotta orchestrata da Eliade è a tutti gli effetti il terzo personaggio dell’opera, ed essa vomita apparizioni fantastiche, cambia umore e apparenze, dialoga con i protagonisti per costringerli a dire ciò che sanno ma non ammettono. Li schiaccia. Li resuscita.
Interpreti:
Simone Ras Radaelli, Nicola Savi Ferrari, Elena D’agnolo, Laura Bertoni, Francesca Tarantino
Scenografie: Valeria Angesi, Camilla Gaetani, Elisa Galluzzo
Costumi: Veronica Fiocchi
Musiche: Guido Tongiorgi
Regia: Federico Filippo Fagotto
FAŢĂ DURERII
Lo scultore romeno Laurentiu Adrian Craioveanu, che dopo la Scuola d’arte di Timişoara frequenta l’Accademia di Brera e nel 2014 conduce il progetto di ricerca e sperimentazione artistica Cold discussion, propone – in occasione della replica dell’opera di Eliade – il progetto Faţă durerii, che accosta le immagini e gli articoli di giornali e riviste storiche pubblicate in Italia durante il periodo bellico (Oggi, Il librario,Il selvaggio, Il mondo, etc.), alle immagini della serie “Volti”, prodotta fra 2014 e 2015 dalle riproduzioni fotografiche delle sue teste in argilla, ferro e legno.
Interiorità. Tutti la possiedono. Immagino che la struttura sia abbastanza simile. È tutto il resto, il suo sviluppo, la sua evoluzione, che la rende unica. Quei frammenti che sono stati esteriorizzati sono statici pero visibili, concreti: l’atto creativo è un uscita dalla solitudine, una manifestazione di parti e angoli di se stessi, luoghi profondi altrimenti difficili da raggiungere.
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Ore 21:00
Messinscena di Uomini e pietre, Mircea Eliade
“Compagnia La Taiga”
A seguire
Guida all’esposizione e presentazione
del progetto Volto del dolore (Faţă durerii)
Ingresso: 10 €
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Di più sul festival Oglinda, dedicato alle culture rom e romena >> http://