L’arte giapponese dell’eros
Gli shunga sono stampe erotiche giapponesi, quasi sempre eseguite nello stile ukiyo-e, sviluppatesi soprattutto durante il periodo Edo grazie alla diffusione della tecnica di stampa in blocchi di legno che ne aumentava la quantità e la qualità.
Da dove saltano fuori?
Il termine tradotto in italiano significa “pittura della primavera”, un eufemismo per indicare l’atto sessuale. Propriamente “shunga” deriverebbe dal cinese chungonghua (in giapponese shunkyūga), “pitture del palazzo di Primavera”, nome che indica un insieme di stampe a carattere erotico nate forse come prontuario per concubine e principi oppure come semplici racconti figurati.
Gli shunga sembrano trovare le loro radici figurative nei trattati medici cinesi nei quali venivano raffigurati in modo esagerato i genitali. La loro popolarità declinerà con l’avvento della fotografia, ma possono essere considerati gli ispiratori degli hentai.
Fantasie hot
Diffuse tra tutte le classi sociali, sembra che avessero una funzione sia di portafortuna che libidinosa.
Nel corso del tempo subirono diversi tentativi di repressione che però non ne fermarono vendita. Erano commercializzati in fogli singoli, in libri chiamati enpon oppure in rotoli, più costosi perché non erano stampati ma dipinti, dal nome kakemono.
Solitamente ritraevano gente comune, cortigiane, attori kabuki (che molto spesso si prostituivano) e a volte anche spiriti, in rapporti sia etero che omosessuali. Si arrivava fino alla zoofilia, come nel “Sogno della moglie del marinaio” di Katsushika Hokusai (1760-1848), in cui vediamo un polpo copulare con una donna.
Gli amori di Nami Chidori
Uno degli album più famosi di Katsushika Hokusai è “Pivieri sulle onde” (Nami Chidori). È la seconda edizione di “Pianta di adonide. Rugiada sulle erbe dell’amore” (Fukujusō. Ehon sasemo ga tsuyu) e si differenzia dalla prima per aver eliminato il testo in modo da far risaltare le figure. Composto da 12 stampe, la tematica sono gli amori maturi.
Le donne sono ritratte in giunonica grandezza e le raffigurazioni sono esenti da romanticismo per preferire l’impatto erotico.
La prima stampa ritrae una madre che narra al proprio bambino la sua notte d’amore. È poi seguita da altre tra cui: una donna aggredita nei bagni pubblici, un incontro clandestino tra una donna sposata e il suo amante, una scena d’amore con una pescatrice di awabi (molluschi) e il rapporto tra una vedova e il suo inserviente.
di Marco Saporiti