Eclissi: quel che la luce nasconde
L’estate è ormai conclusa: nell’immaginario comune si tratta della stagione che, più di ogni altra, corrisponde a un album fotografico mentale ricchissimo di ricordi, sensazioni ed emozioni. In questa prospettiva, nell’edizione 2018 dell’album non possono mancare le speciali immagini del cielo degli ultimi mesi; condizioni astronomiche piuttosto peculiari ci hanno consentito infatti di osservare fenomeni di particolare interesse cui non si ha il piacere di assistere ogni anno.
Innanzitutto, non posso che riferirmi all’onnipresenza di Marte nel cielo estivo: un “puntino” rosso che per settimane ci ha dato appuntamento fisso ogni notte. Marte, lo ricordiamo, ruota attorno al Sole su un’orbita esterna a quella terrestre. Ogni due anni circa (ed è successo proprio lo scorso mese di luglio) il “pianeta rosso” si ritrova in opposizione rispetto al Sole: con questa espressione si intende che Sole, Terra e Marte si ritrovano allineati, con la Terra in posizione centrale rispetto agli altri due. In questa configurazione, il moto di rotazione della Terra su se stessa fa sì che, quando il Sole ci appare tramontare a ovest, si abbia l’impressione che al contempo Marte stia “sorgendo” a est. Va da sé che queste condizioni siano particolarmente propizie all’osservazione di Marte, di cui è massimizzata la visibilità notturna. Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di poter aggiungere a questo bel regalo un bonus non da poco: il pianeta rosso si è ritrovato in opposizione a “solo” 58 milioni di chilometri dalla Terra; un incontro ravvicinato come non avveniva da 15 anni. La concomitanza di queste condizioni ci ha permesso osservazioni di grandezza e luminosità massime, che potremo ripetere solo nel 2035.
L’I Ching, dal canto suo, come il più in voga degli influencer, è riuscito anche questa volta a seguire il principale dei trending topic astronomici dell’estate. L’Occultamento della luce descritto dall’esagramma 36 sembra infatti far chiaro riferimento a un fenomeno ancora più speciale che ha avuto luogo nel cielo di quest’estate ormai conclusa: la più lunga eclissi lunare del XXI secolo, che buona parte del globo ha potuto osservare lo scorso 27 luglio. Come tutte le eclissi, l’interesse mediatico è stato forte, anche perché si è trattato di un evento di quasi quattro ore, con oltre un’ora e mezza di massimo (circa fra le 21:30 e le 23:00, ora italiana) che ha permesso l’osservazione con agilità anche mediante semplici telescopi amatoriali.
Le eclissi sono senza dubbio fenomeni astronomici particolarmente affascinanti e non è difficile credere che in passato venissero interpretate come presagi nefasti, temuti non solo da imperatori e comandanti militari, ma anche dalla gente comune (recita l’I Ching: «L’ottenebramento della luce. Propizio essere perseveranti nelle avversità»). È noto come il rapporto religioso tra l’uomo e gli astri sia stato ampiamente diffuso nelle culture primitive; in questo senso, le eclissi non potevano che rappresentare momenti di crisi del rapporto con la divinità: se la Luna non si manifesta più nella regolarità delle sue comuni fasi, bensì attraverso un fenomeno neanche del tutto compreso, ciò poteva venire inteso solamente come esplicito segno della sua collera.
Ovviamente, la sacralità legata a questi fenomeni ha dato origine a numerosi miti e leggende. Nell’antica Cina si narrava che l’eclissi solare fosse in realtà l’immagine nel cielo di un drago, salito in cielo a divorare il Sole. L’unico modo per fermarlo era fare rumore suonando tamburi, facendo scoppiare fuochi d’artificio e lanciando frecce verso il cielo. Si tratta di riti presi con grande serietà, che assumevano grande importanza: le cronache raccontano che nel 2134 a.C. i due astronomi Hi e Ho, pur essendo a conoscenza di un’eclissi solare ormai prossima, non riuscirono a compiere i rituali poiché ubriachi; l’imperatore, adirato, li mandò a morte.
I lettori più attenti avranno notato che mi son riferito a due tipologie diverse di eclissi: quella lunare (come quella dell’estate scorsa) e quella solare (quelli con una buona memoria potrebbero ricordarsene una osservabile nel 2015). Entrambi i fenomeni si riferiscono a oscuramenti[1] rispettivamente della Luna e del Sole, dovuti alle posizioni reciproche dei due corpi celesti tra loro e rispetto alla Terra.
Durante un’eclissi lunare, il Sole proietta l’ombra della Terra sulla Luna: si parla di eclissi lunare totale quando, in occasione della luna piena, il Sole, la Terra e la Luna sono perfettamente allineati e l’ombra del nostro pianeta ricopre del tutto il disco lunare. La Luna impiega 28 giorni per compiere la sua rivoluzione attorno alla Terra, eppure l’eclissi non avviene neanche parzialmente ogni mese: questo accade perché l’orbita lunare è inclinata rispetto al pianeta, facendo sì che il satellite “scivoli” al di sopra o al di sotto del “cono d’ombra” terrestre. In occasione delle eclissi lunari si è soliti parlare di “Luna di sangue” a causa del colore della Luna, che appare sui toni del rosso. Questo avviene perché la luce da essa proveniente si diffonde nell’atmosfera terrestre rimanendo per lo più sulle lunghezze d’onda più alte (quelle del rosso), mentre viene diffusa la sua componente più blu, secondo lo stesso principio per il cui il cielo, viceversa, è blu[2]. Non sarà la stessa identica cosa, ma, qualora vi foste persi questa straordinaria edizione di eclissi lunare, il prossimo 21 gennaio 2019 verso le 5 del mattino si potrà osservare un nuovo momento di massima oscurazione.
È invece quando la Luna si trova interposta fra Terra e Sole che può aver luogo un’eclissi solare. Appoggiamo sul bordo di un tavolo un’arancia e su un altro bordo una moneta, fissata ben stabile in piedi: in base a come ci spostiamo (e a come eventualmente spostiamo la moneta) cambia nella nostra percezione la sua dimensione prospettica rispetto all’arancia, al punto da riuscire a coprirla in particolari posizioni. Allo stesso modo, quando la Luna si trova a una distanza tale per cui il suo diametro ci appare lievemente maggiore di quello del Sole, si parla di “eclissi totale”. Tale configurazione è particolarmente studiata perché nel momento di fase centrale è possibile osservare con facilità la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, la corona solare.
Per quanto la Luna sia una nostra compagna costante nel moto che compiamo entro il Sistema Solare, non dobbiamo pensare che si sia “fatta luce” su ogni suo dettaglio: ancora non si dispone di una teoria pienamente convincente circa la sua formazione; analogamente, aspetti geologici rimangono ampiamente discussi. Inoltre, per tantissimo tempo non l’abbiamo nemmeno conosciuta completamente: poiché il moto di rivoluzione della Luna attorno alla Terra è sincrono rispetto al moto di rotazione della Terra attorno al suo asse, succede che la Luna ci mostra sempre una sola faccia. Solo alla fine degli anni Cinquanta una cosmonave sovietica riuscì a fotografarne il lato oscuro.
Si riferisce a questa caratteristica del nostro satellite anche il titolo dell’epocale album dei Pink Floyd The Dark Side of the Moon (che più probabilmente intende ricollegarsi alla follia, in inglese lunacy, legata alla Luna). Eclipse è l’ultimo brano dell’album e si chiude con una sentenza che lascia spazio a molte interpretazioni:
And everything under the sun is in tune
But the sun is eclipsed by the moon
E che mi piace pensare in qualche modo legata all’Esagramma 36 dell’I Ching
Non luce, bensì tenebre.
Prima ascese al cielo, poi precipitò negli abissi della terra.
Il tono apocalittico non manca: forse non ci resta che suonare i tamburi e sperare che il Sole alla fine torni a splendere.
Note
[1] Eclissi deriva dal greco ε’κλείπω, che significa “sparire”.
[2] Ne parlavamo nel numero 14.