William Hogarth
Quattro stadi della crudeltà

di Marco Saporiti

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Il pittore e incisore William Hogarth (10 novembre 1697 – 25 ottobre 1764), il maggiore artista inglese del suo tempo, è noto soprattutto per i grandi cicli pittorici riguardanti La carriera della prostituta (1732), dove si vogliono illustrare i pericoli a cui si espone una donna che conduce una vita immorale (liberamente ispirato alla vicenda narrata da Daniel Defoe in Moll Flanders), e La carriera di un libertino (1735), nel quale si racconta la vicenda di un giovane che dissipa insensatamente la fortuna ereditata, complessa satira sul nuovo libertino borghese.

Il nome dell’artista è legato anche ad una legge del 1735, la cosiddetta “Legge Hogarth”, con la quale si proibiva a chiunque di fare copie da una stampa senza l’autorizzazione dell’autore: primo esempio di quello che si può definire diritto d’autore.

L’ultimo breve ciclo di William Hogarth è intitolato i Quattro stadi della crudeltà (1751); in questa serie di quattro incisioni si narra la vicenda di un ragazzo che inizia in tenera età a maltrattare gli animali e finisce omicida. L’artista stesso scrive: «Queste stampe sono state incise con la speranza di correggere almeno in parte il modo barbaro di trattare gli animali. Basta solo questo spettacolo a rendere le strade della nostra città così penose per ogni animo sensibile»[1].

Hogarth - Primo stadio della crudeltà

La prima incisione del ciclo è intitolata Il primo stadio della crudeltà ed è volta a condannare il maltrattamento verso i cani e i gatti: in una strada della periferia cittadina vediamo un ragazzo che ha legato un osso alla coda di un cane e altri che hanno appeso due gatti all’ingiù a un lampione e si divertono vedendoli azzuffarsi; in lontananza si può scorgere un cane con due ali posticce lanciato da un abbaino. Il protagonista delle incisioni è colto di spalle, vestito di stracci, mentre assieme ad altri due ragazzi è intento a sodomizzare un cane con una freccia da arco.

Hogarth - Secondo stadio della crudeltà
Il quadro successivo, dal titolo Il secondo stadio della crudeltà, raffigura l’abitudine di bastonare i quadrupedi: in una via trafficata si vedono, in primo piano, un uomo intento a percuotere una pecora già morta e il ragazzo protagonista del ciclo che sta battendo a bastonate un cavallo legato a una carrozza con sopra dei giudici. In lontananza si possono scorgere un asino carico di persone e oggetti spinto da dietro con un forcone e un uomo scagliato in aria dalla furia di un toro.

Hogarth - Terzo stadio della crudeltà

Nel terzo quadro, La crudeltà nella perfezione, il ragazzo delle prime due incisioni, qui diventato uomo, uccide sgozzandola la sua amante, una donna di servizio da lui incitata al furto. L’ambientazione è notturna, nella parte sinistra dell’incisione si vede la scena convulsa dell’arresto dell’assassino, con il volto stravolto dalla follia omicida, circondato da persone armate di forconi; nella parte destra, illuminato da un ragazzo con una lanterna, si vede in corpo della donna con la gola squarciata e la refurtiva abbandonata a lato del cadavere.

Hogarth - Quarto stadio della crudeltà

L’ultima incisione del ciclo, dall’emblematico titolo La ricompensa della crudeltà, è la più cruenta e interessante: sopra un tavolo operatorio è steso il corpo esanime dell’assassino sul quale stanno lavorando alcuni medici durante una lezione di anatomia. Il cadavere, con ancora la corda dell’impiccagione al collo, ha la fronte bucata da un gancio per agevolare il medico che sta scavando nell’orbita oculare; il maestro indica con un bastone il ventre aperto dal quale escono le viscere, che sono raccolte in un grosso secchio dal quale è uscito un organo (probabilmente il fegato) che sta per essere il pranzo di un cane.

Questa serie ha un intento morale e appoggiava la campagna di Henry Fielding (autore di due libri intitolati Enquiry into the Causes of the Late Increase of Robbers e Examples of the Interposition of Providence in the Detection and Punishment of Murder) contro il sempre maggior numero di furti e omicidi che si stavano perpetrando a Londra.

Non sempre il passaggio da una condizione a un’altra porta al benessere e a un alto livello di vita. L’importante è seguire tutte le possibilità forniteci dal destino per migliorare, se ci si riesce, la nostra esistenza.

Note

[1] F. Antal, Hogarth e l’arte europea, Einaudi, Torino 1990, p. 22.

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Autore

  • Laureato in Storia e Critica dell'Arte, ha una passione infinita per il Rinascimento tedesco, la batteria e la musica progressive. Ha la capacità innata di diventare un'ombra quando è al cospetto di troppe persone.

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