Josep Maria Sert e la decorazione della Cattedrale di Vic

Visione psichedelica della Torre della Cattedrale di San Pietro a Vic

José Maria Sert y Badia (in catalano Josep Maria Sert i Badia, 1874-1945) è stato un pittore spagnolo, la cui vicenda artistica è legata indissolubilmente alla decorazione della cattedrale di San Pietro a Vic, eseguita e compiuta per ben tre volte tra il 1900 e il 1945.

Dopo gli studi presso la Scuola di Arte e Mestieri a Barcellona, il pittore forma e fa crescere la sua arte, basata principalmente sulla pittura barocca guardando a Francisco Goya, Pieter Paul Rubens e Giambattista Tiepolo, sia attraverso la frequentazione di accademie private  che con un soggiorno a Parigi, nel 1899, dove entra in contatto con Maurice Denis e il gruppo dei Nabis. Proprio in una di queste accademie, il Cercle Artistic de Sant Lluc conosce e diventa amico di Josep Maria Torres i Bages.

Nel 1900 l’amico del pittore diventa vescovo di Vic e subito Sert gli scrive per sapere se desiderasse una decorazione per la cattedrale in quanto lui eseguiva pitture murali e i muri della cattedrale erano coperti di calce, senza decori. Torres presentò la proposta al Capitolo della cattedrale, che venne accettata, e Sert poté iniziare a progettare la decorazione. 

Adamo e la morte. Josè Maria Sert, Cattedrale di Vic. Fotografia di Pepo Segura

Il pittore pensò subito di dipingere con vividi colori a olio su grandi tele che sarebbero state fissate al muro, su ogni spazio architettonico, evitando l’affresco ma il tempo passava e Sert non mostrava nulla del progetto suscitando scetticismo ma, nel 1905, espose a Barcellona i bozzetti per la decorazione dell’abside che vennero accolti con entusiasmo e, dopo una consulta di una commissione di esperti, tra cui Antoni Gaudì, si giudicò fattibile la proposta di decorazione con un costo previsto di 150.000 pesetas. Il 28 settembre 1906 venne stipulato il contratto che presentava un termine di consegna di 5 anni. Nel 1907 le prime tele, con tematiche tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento, vennero esposte a Parigi, al Salon d’Automne, ma con il passare del tempo cresceva anche la fama del pittore con sempre nuove commissioni che non gli permettevano di stare pienamente dietro a questo progetto e il termine stabilito nel contratto scadde senza aver adempiuto all’accordo in esso contenuto. Avendo già completato i tre quinti del lavoro, nel 1915 chiese la stipula di un nuovo contratto, accolta, che prorogava di 5 anni il termine di esecuzione. 

Due eventi però fermarono la conclusione dei lavori ovvero la Prima Guerra Mondiale e la nuova concezione artistica dell’autore: «Quando dovetti riprendere, nel 1919, non me la sentivo di finire partendo da queste premesse. Non riuscirei a stabilire il nodo tra il fatto e ciò che mi resta da fare… le mie idee su cosa dovessero essere quei quadri erano completamente cambiate, la mia concezione dell’arte si era evoluta in quegli anni. E ho preferito ricominciare, come se non avessi fatto niente».

Nel febbraio del 1921 il decano del Capitolo, Jaume Serra, fece un viaggio a Parigi per vedere lo stato dei lavori e il pittore gli spiegò che stava lavorando al nuovo progetto da due anni, che avrebbe dipinto solo le tele da mettere a parete e non più con colori vividi ma in grisaglia, ovvero un chiaroscuro nero su fondo oro. Dopo attenta analisi il Capitolo accettò questo nuovo programma e propose un prezzo di 95.000 pesetas con il termine di esecuzione al 31 dicembre 1923. Sert iniziò a lavorare alacremente ma ben presto si accorse che il tempo stabilito per terminare le 50 grandi tele non era sufficiente, riuscendone a fare solo due al mese, fortuna ha voluto che il finanziere Francesco Cambó, suo ammiratore, andò a parlare col Capitolo portando la scadenza della commissione al dicembre 1926. Nel 1927 iniziarono i lavori di fissaggio delle tele alle pareti e il 29 ottobre arrivarono a contemplarle il Re Alfonso XIII e la Regina Vittoria rimanendone colpiti; si iniziò anche a pensare alla decorazione delle lunette e delle cupole ma tutto si fermò per via dell’instabilità della situazione politica ed economica.

Josep Maria Sert, ritratto di Ramon Casas

Questa nuova decorazione, ricordata dai contemporanei per la sua ricchezza e per il brio delle composizioni, purtroppo scomparve il 21 luglio 1936 quando, durante la Guerra Civile, la Cattedrale di Vic venne data alle fiamme e si perse tutto, rimasero in piedi solamente i muri.

Con la fine della Guerra Civile, 1 aprile 1939, si pensò subito a ricostruire la Cattedrale tant’è che, dopo una lettera del vescovo Perellò Pou, Francisco Franco inviò 25.000 pesetas per l’inizio dei lavori; il 27 luglio 1940 venne a crearsi una giunta per la ricostruzione la quale stipulò un nuovo contratto con Sert, con un termine di due anni per i muri e di tre per le volte, per un prezzo di 700.000 pesetas per il solo costo del materiale, il pittore però si fece carico dei suoi costi di esecuzione e di quelli dei collaboratori e intraprese una nuova decorazione, diversa da quella bruciata. Il tema delle composizioni è concepito come quadri pieni di masse e figure ottenuti con un violento contrasto chiaro-scuro realizzato in tonalità di grisaglia su fondo oro. La novità introdotta da Sert in tal senso consiste nell’abbandonare il sistema di proiezione delle figure oltre il limite costituito dalle pareti, che era la caratteristica della precedente decorazione, per precisare la visione delle forme decorative sulle pareti stesse, onde sottolineare la Verità di quanto dipinto.

Questa volta, nonostante una nuova Guerra Mondiale, i lavori vennero portati a termine e la nuova decorazione venne inaugurata il 14 novembre 1945, suscitando ancora una grande ammirazione. Pochi giorni dopo, il 27 novembre, Josè Maria Sert morì a Barcellona e venne sepolto nel chiostro della Cattedrale di Vic, all’ombra della decorazione incominciata e compiuta più volte. 

Martirio di San Bartolomeo. Josè Maria Sert, Cattedrale di Vic. Fotografia di Pepo Segura

In quest’opera monumentale di Sert il compimento diventa duplice in quanto è avvenuto due volte; non si assiste a una semplice copia della versione andata perduta ma si tratta di una nuova versione che tiene vivo il ricordo del compimento precedente. Il vecchio compimento si realizza in quello nuovo, sempre per mano dello stesso autore.

di Marco Saporiti

Bibliografia:

– Miquel dels Sants Molist Badiola, Les pintures de Sert a la Catedral de Vic. Presents, passades i cremades, Barcelona, 2012.

– Eduardo Junyent, La Catedral de Vic y la decoracion de Sert, Barcelona, 1968.

Josep M. Sert i Badia 1874-1945. Pintor i decorator. Síntesi de la seva vida i obra a cura de Joan Pallarès, Vic, 2016.

– Alberto del Castillo, José María Sert. Su vida y su obra, Barcelona, 1949.

Autore

  • Laureato in Storia e Critica dell'Arte, ha una passione infinita per il Rinascimento tedesco, la batteria e la musica progressive. Ha la capacità innata di diventare un'ombra quando è al cospetto di troppe persone.

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