Il DNA è la forma più ancestrale e duratura d’amore, è il responsabile dell’origine della vita sulla terra. Dalla sua scoperta avvenuta a cavallo tra il 1951 e il 1952, grazie a uno scatto radiografico di ben 100 ore d’esposizione effettuato dalla scienziata Rosalind Franklin, miriadi di ricerche sono state condotte al fine di assegnare sempre più significati a questa straordinaria molecola.
Oggi il termine DNA è entrato a far parte del gergo e del pensiero comune: lo troviamo in serie televisive, spot pubblicitari, progetti artistici, alimentazione, cosmesi e ha un ruolo chiave persino nei processi giudiziari. Questo perché abbiamo acquisito maggior confidenza con l’argomento abbattendo, nel 2011, le barriere dell’ignoto, e abbiamo decodificato il libro più antico della storia: un libro composto da 3,3 miliardi di lettere, una successione di ACGT (adenina, citosina, guanina e timina che solo le basi azotate, mattoni fondamentali per la costruzione del DNA) puramente frutto di millenni d’evoluzione che, casualmente, ha dato origine alla diversità biologica che ci circonda e che ci appartiene. Grazie all’evoluzione tecnologica e ai 3449 genomi di differenti forme di vita, conosciuti e riportati in database pubblici, ogni persona può accedere a informazioni dalle più scientifiche alle più generaliste riguardati gli studi in materia di DNA, formulando opinioni, creandosi speranze, fino a sviluppare paure quando vengono toccati alcuni argomenti, come ad esempio OGM e clonaggio.
Nelle prime battute di questo articolo, il DNA è stato definito come l’origine del tutto e della vita; spesso questa spiegazione sintetica e piuttosto comune viene semplicemente accettata come un assioma. Ma se ci fermassimo realmente a riflettere sull’argomento, sorgerebbe spontanea forse un’ulteriore domanda che va oltre lo stato dell’arte e le conoscenze storiche qui descritte: quali sono i principi e i meccanismi che governano l’esistenza del DNA e che lo rendono l’origine del tutto?
La risposta non è ancora formalmente definita. Ogni giorno nuovi risultati ottenuti da ricerche scientifiche portano alla formulazione di differenti teorie evoluzionistiche, che sfociano anche nell’elaborazione di teorie genetico-sociali atte a integrare l’aspetto comportamentale nell’evoluzione genetica. La teoria più popolare parla dell’egoismo genetico: è stata formulata nel 1976 dal biologo e divulgatore scientifico Richard Dawkins, che riassunse il proprio pensiero in un libro di derivazione logica del neodarwinismo ortodosso, espressa però in una prospettiva diversa e cioè attribuendo al gene (porzione di DNA attivo nella produzione di proteine) atteggiamenti tipici degli esseri viventi in fase riproduttiva, quali egoismo e avidità di accoppiamento. Il carattere innato delle basi azotate volto alla sopravvivenza e alla trasmissione del messaggio in esse contenuto diventa uno dei principi e meccanismi che influenzano gli atteggiamenti sociali visibili in tutte le forme viventi mosse dallo stesso motore molecolare.
Dalle regole molecolari nascono non solo atteggiamenti come l’egoismo e l’avidità (descritti da Dawkins), ma anche atteggiamenti più nobili come il corteggiamento, che dà origine in tutte le specie viventi a magnifiche espressioni naturali fino a evolversi in poesia e arte nell’essere umano.
Molte teorie fissano l’origine del DNA come un singolo filamento, chiamato da molti scienziati replicatore: un piccolo polimero in grado di auto-generarsi che nel brodo primordiale, grazie a specifiche condizioni instauratesi nei millenni, ha trovato, dopo innumerevoli tentativi casuali, un filamento perfettamente complementare.
Uscendo dalla concezione puramente molecolare, atteggiamenti di corteggiamento si possono rinvenire in natura quando un essere vivente, dal più semplice al più complesso, è alla ricerca di un compagno, di qualcuno che possa dare stabilità, protezione e rifugio.
Nel mondo microscopico stabilità, protezione e rifugio sono stati gli obbiettivi perseguiti dal DNA nei millenni; ed esso li ha concretizzati nella formazione della cellula, che inizialmente non è nata come oggi la conosciamo, ma comunque è da sempre uno spazio all’interno del quale avvengono miriadi di meccanismi entropici atti a proteggere e tramandare il messaggio scritto nella doppia elica.
Se si affronta la lettura di un libro di biologia molecolare cellulare, al suo termine si comprende che tutti i processi biologici sono sempre descritti a partire da una proteina o da un gruppo di proteine che si scontrano con altre proteine creando legami stabili o fugaci all’interno del magma liquido citoplasmatico, dando origine a una cascata di segnali atti a creare un messaggio per soddisfare uno o più necessità volte a garantire la sopravvivenza cellulare. Ogni incontro molecolare segue esattamente l’atteggiamento per imprinting della coppia per eccellenza, che all’interno della cellula è la doppia elica, dalla quale hanno origine tutti gli elementi che compongono una cellula. La nascita stessa di tutti gli organelli (strutture necessarie alla sopravvivenza cellulare aventi differenti funzioni) avviene grazie a un finissimo meccanismo di lettura del DNA, dovuto a una serie precisa di proteine capaci di dividere e tradurre, in pochi istanti, il legamene vorticoso che tiene unite le eliche nella danza di corteggiamento eterna.
Ogni essere vivente è visceralmente legato a questo piccolissimo spazio e a tutto ciò che accade al suo interno, e lo esteriorizza come comportamento sociale: ad esempio il corteggiamento, che trova la sua espressione a partire dai processi molecolari come la fosforilazione, ossia l’aggiunta di un gruppo fosfato capace di attivare proteine che, incontrandosi casualmente, innescano una via metabolica nuova come descritto poc’anzi. Fino ad arrivare agli esseri unicellulari e pluricellulari, dove il corteggiamento muove milioni di meccanismi innati come: l’estroflessione del pilo (organo riproduttivo dell’Escherichia coli), utile per connettersi a un altro batterio con il quale scambiarsi materiale genetico, la liberazione sincronizzata di tonnellate di polline a ogni primavera, le danze dei pesci, le infinite metamorfosi degli insetti, le svariate mute dei rettili, il cambio di colore del manto dei mammiferi, la caducità del piumaggio di alcuni uccelli per lasciare spazio a uno più luminoso, fino allo scambio di poesie, anelli e promesse nell’essere umano.
Bibliografia
- https://genome.ucsc.edu
- Piter J.Russell, I-Genetica, Edizione Edises.
- Richard Dawkins, Il gene egoista, 1976.