Passeggiavo con una mia amica verso corso di Porta Romana. Venivamo dal mercatino di Emergency (andateci, è caruccio e sta aperto fino al 20 o 22 dicembre, non mi ricordo: sta in via Santa Croce, vicino a piazza XXIV Maggio, e si possono comprare regali belli facendo anche beneficenza). Lungo Corso Italia passiamo all’altezza di piazza Sant’Eufemia, quella con due chiese l’una accanto all’altra, con una strada nel mezzo a separarle. Una è tuttora aperta al pubblico. L’altra è stata sconsacrata. Fin qui nulla di strano. Sulla facciata di quest’ultima però, l’ex chiesa di San Paolo Converso, pendono due stendardi, con scritta bianca: CLS architetti. Al che la mia amica mi ha narrato questa storia edificante: in quella chiesa c’è uno studio di architettura, che ha avuto l’eccezionale idea di montare un soppalco a livello dell’abside e di farci uno spazio privato. Col fatto che è un edificio sconsacrato potrebbe essere considerato normale, fatto salvo che là dentro ci sono degli affreschi molto importanti realizzati dai fratelli Campi, tra i principali autori medievali cinquecenteschi. Affreschi a cui l’Università, per esempio, dedica dei corsi. Ovviamente vederli ora è quasi impossibile, perché se si chiede di poter entrare si viene cacciati con l’ordine di prendere un appuntamento per telefono. Se si chiama ci si sente dire che non hanno tempo per far vedere gli affreschi… I fratelli Campi non si sono visti commissionare la loro opera per uno studio di architettura, ma per fare in modo che tutti potessero ammirarla. Il riuso di spazi già sacri è legittimo, ma non quando questi spazi detengono un patrimonio artistico che non è di nessuno, se non dell’umanità intera e di cui tutti, dico tutti, hanno diritto di fruire. CLS architetti potrebbe trovarsi qualsiasi altro edificio per svolgere la sua mansione; gli affreschi dei fratelli Campi, invece, sono unici al mondo, ed è quanto meno un atto irresponsabile che il comune abbia permesso questo obbrobrio. A questo punto, visto il periodo, bisognerebbe chiedere al Comune un regalo: restituire alla città quella chiesa e quegli affreschi. Perché quello è patrimonio dell’umanità e tutti noi abbiamo diritto a fruirne.