Palacinche – Seguire il passato familiare per ritrovare se stessi

copertina-libro-palacinche-per-portalePalacinche – Storia di un’esule fiumana è un graphic novel sceneggiato e disegnato dal fumettista italiano Alessandro Tota, edito da Fandango nel 2012. L’opera in realtà è il risultato, peraltro quasi unico, di un lavoro a quattro mani con la fotografa Caterina Sansone, compagna sia in questa creazione, sia nella vita. La storia racconta il viaggio a ritroso dei due autori nei luoghi che hanno caratterizzato la vita della madre di Caterina, Elena, che all’età di otto anni fu costretta ad abbandonare Fiume (Rijeka in croato) in seguito alla dittatura comunista di Tito nel secondo dopoguerra. Elena e la sua famiglia sono così obbligati a muoversi sul territorio italiano, profughi nel loro stesso paese, tra campi di accoglienza temporanei e baracche. Caterina e Alessandro visitano varie città della penisola alla ricerca di racconti, materiali e testimonianze collegate al passato di Elena, riscoprendo così un momento storico italiano troppo spesso dimenticato.

Il titolo del romanzo grafico indica un piatto tipico della tradizione istriana, delle frittelle generalmente accompagnate con la marmellata, che Elena era solita preparare a Caterina, e che racchiudono in senso figurato il passato della sua famiglia e lo spirito dei migliaia di profughi fiumani. Palacinche infatti si impone come un graphic novel che vuole essere testimonianza di un evento di interesse nazionale, con l’obiettivo di ricomporre un immaginario condiviso tra generazioni.

L’estrema particolarità dell’opera risiede nell’impiego, in aggiunta ai disegni, di fotografie e documenti che non servono semplicemente a complementare la narrazione, ma sono parte integrante di essa, creando così un’esperienza transmediale: vecchie fotografie di luoghi abitati dalla famiglia di Elena vengono accostate a nuove scattate da Caterina, che riproducono gli stessi spazi nel tempo presente; immagini in bianco e nero della gioventù di Elena ne mostrano l’infanzia insieme ad altri coetanei. Oltre alle foto, vengono utilizzati anche documenti reali d’archivio, come visti, certificati, passaporti e articoli di giornale. Immagini vere si mischiano così alla fiction, rendendo estremamente peculiare quest’opera. L’implicito patto che si crea tra autore e lettore quindi, in questo caso, si muove su due piani: quello narrativo del romanzo e quello della vicenda storica. Le foto raccontano, i fumetti spiegano, in un continuo relazionarsi tra ricordi, impressioni e storie di famiglia. Si crea un perfetto equilibrio che rispecchia la complessità di un progetto che riesce a coinvolgere e andare oltre la singolarità, grazie al recupero di una memoria storica collettiva.

Ecco allora che questo viaggio intrapreso dai due autori può essere considerato un percorso alla ricerca dell’identità seguendo le tracce del passato familiare, guidati da racconti, fotografie, documenti. È un seguire orientato al passato, necessario per un seguire futuro. Il ripercorrere la vita passata della famiglia diventa indispensabile per conoscere completamente sé stessi e definire la propria identità. L’esilio forzato della famiglia da Fiume e la conseguente condizione errante ha implicato una perdita parziale di informazioni e di elementi costitutivi dell’identità all’interno del nucleo familiare. Questa incompletezza viene trasmessa a livello transgenerazionale, secondo un processo che Marianne Hirsch definisce come post-memoria, un trasferimento di un dolore emozionale provato da membri della prima generazione trasmesso a livello culturale ai figli. Caterina è ben conscia di questa frattura e soffre del mancato senso di completamento che la madre e la sua famiglia hanno dovuto sopportare durante i loro costanti movimenti in terra italiana.

La fotografa, attraverso questo viaggio e il riordinamento delle informazioni raccolte, cerca di riempire questi vuoti, riappropriandosi così di una memoria storica appartenente alla madre e a tutti gli altri esuli istriani. Palacinche dunque, tra buffe scene quotidiane, affanni e imprevisti, riconferisce ai lettori una coscienza storica, incoraggiandoli a chiedere ai parenti di narrare qualche vecchia e “noiosa” storia del loro passato.

di Simone Grassi

Autore

  • Si laurea in lingue e letterature straniere a Bologna e completa il suo percorso all’Università di Modena. Al momento si destreggia nel vivere la vita leggendo fumetti e viaggiando, mentre cerca di far rivalutare socialmente i succhi di frutta in brick.

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