Victor Poems

di Anthony Caleshu

Tre poesie tratte da Victor Poems – Le poesie del vincitore

Traduzione di Victor Attilio Campagna

Victor Poems Anthony Caleshu

1.

Victor, diciamo, dove sei? Il vento ha una coscienza.

Ha corrotto i cani che si rifiutano di condurre la slitta ma siedono pigri, la testa tra le zampe.

Ha sferzato la neve come latticini trattati ma siamo allergici ai latticini.

Non guardate alle nostre labbra, dove c’erano i nostri sorrisi ora ci sono screpolature, crepe.

Fosse per le nostre barbe, le nostre mogli non ci bacerebbero – noi non ci faremmo accompagnare da loro.

Ora siamo più soli che mai, e non siamo mai stati bravi a stare soli: chiedi ai nostri capi, ai nostri vicini, ai nostri amori passati.

Un amico come te, specialmente all’aperto, sarà sempre una boccata d’aria fresca.

Seguiamo l’orizzonte dove il blu del cielo incontra il bianco del ghiaccio.

Ci sono volute turbolenze perché arrivassimo qui, tutto per tirare su la cornetta del telefono.

Gridiamo alle nostre mogli, che grida a noi, e così via.

Abbiamo bisogno di trovarti, lo sappiamo, ma la conoscenza non era il nostro obiettivo.

Siamo gli eroi di un dramma vuoto: non sono coinvolti né terroristi, né incidenti all’atterraggio.

Trarremmo conforto dall’Aurora Boreale, se ci fosse un’Aurora Boreale.

Troveremmo gioia nei pinguini, ci fossero dei pinguini.

Victor, diciamo… Victor, puoi sentirci! Ma non c’è risposta.

Ci raccontiamo delle vostre strade d’avanguardia con GPS e GLONASS, anche se il nostro segnale è debole, e noi siamo ancor più deboli.

 

13. Così a lungo senza donne

Così a lungo senza donne, pensiamo alle donne.

Non c’è donna come una donna.

Non c’è corpo come i nostri corpi.

Le nostre malinconie.

Tanto ci sta accadendo, ma non possiamo farci niente.

C’è una ragione per cui gli uomini escono da soli, ma solo tu la conosci.

Quando ti troviamo, ti troveremo a casa?

Con una donna – sopra o sotto?

Non abbiamo mai detto che tu abbia rinnegato il corpo per la salute della mente.

X donne si farebbero X di noi, bene.

Una cucitura al momento giusto impedirebbe al freddo di penetrare nei nostri vestiti.

Sotto i nostri cappucci, stiamo pensando alla ricerca della felicità.

Sei felice? Cosa ci renderebbe felici?

Adesso, scambieremmo la felicità con un cuore sano.

Una zuppa amichevole non rimane inascoltata come lo sono le radici della felicità.

Noi contempliamo una zuppa di brodo e noodle.

Quelli tra noi che sono vegetariani, non aggiungono pollo, né maiale.

Quelli che non lo sono, sentono l’assenza di pollo e maiale.

Immaginiamo una donna che galleggia nella nostra zuppa.

Sorseggiamo la nostra zuppa anche se non ci può rendere felici, o caldi, o fatti in casa.

 

29. Panegirico

Chi risponderà alla nostalgia di uomini come noi?

Victor, vieni a noi su questo zaffiro con le tue armi erette.

Noi riconosciamo che il nostro Festschrift[1] non sia mai stato un mezzo cuore.

Ma le nostre lingue potrebbero anche essere spinte da un aglu e consumate sul ghiaccio per tutta l’empatia che incitano.

Solo una testa pesante quanto le vostre potrebbe resistere alle nostre urla di dolore.

Noi ti invitiamo a reclamare le nostre anime con le tue mani, per darci qualcosa che diventerà un video virale.

Dare una batosta è una cosa, ma prendere respiro richiede una sorta di forza interiore che è solo nostra.

Senza di te, immaginiamo ogni giorno i nostri nemici avvicinarci dalla distanza.

Paradisoaiutaci esplode attraverso i nostri petti in arnie.

Paradisoaiutaci i tatuaggi delle nostre mogli sui loro interno coscia.

Se avessimo una boom box, faremmo erompere qualche pesante rap dalla sicurezza del cammino di una vedova, mentre tu assurgi dalla polvere per apparire di fronte a noi con una cerbottana.

Oh! manganellate gli agitatori nella V delle loro magliette a collo aperto, che espongono gole cremose!

Anche se il loro respiro è soffocato, pigolano una barzelletta:

Avete sentito quella dell’uomo che si lasciò il mondo alle spalle per vivere su coni di neve, per controllare dalla vedetta il pranzo all’aperto ché potrebbe iniziare un incendio nella foresta dove non ci sono foreste?

Che diritto abbiamo di essere idolatri, ti chiediamo con segnali di fumo.

Chi siamo per farci raccontare storie su di te?

Vieni a noi di Primavera, come Inverno.

 

Note

[1] Volume di scritti per celebrare uno studioso.

 

Leggi anche l’intervista con l’autore a cura di Greta Valentina Galimberti

Autore

  • Anthony Caleshu è un poeta statunitense. Dal 2003 detiene, prima come assistente e poi come titolare, la cattedra di Poetry and Creative Non-Fiction alla University of Plymouth (Devon, UK).

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